19 Maggio 2022 -
Articolo Di Tarun Sai Lomte - Revisionato da Emily Henderson, B.Sc.
AINPF ringrazia Alessandra Bocco per la traduzione
In uno studio recentemente pubblicato sul server di prestampamedRxiv*, alcuni ricercatori hanno indagato se la vaccinazione contro la malattia da coronavirus 2019 (COVID 19) potrebbe determinare sintomi neuropatici.
I vaccini contro il coronavirus 2 da sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-2) essenzialmente riducono la morbilità e la mortalità e sono strumenti fondamentali per contenere la pandemia di COVID-19. I vaccini approvati dalla FDA sono associati a un numero relativamente basso di effetti avversi post-immunizzazione.
Negli Stati Uniti (USA), le segnalazioni al Sistema di segnalazione degli eventi avversi a vaccini (VAERS) includono diverse manifestazioni sistemiche e neurologiche. Questi eventi avversi sono stati osservati dopo programmi di vaccinazione di massa e potrebbero avere meccanismi immunologici simili alle complicanze neurologiche post-infezione. Anche se rare, le complicanze neurologiche immunomediate sono meno gravi di quelle che si verificano dopo un'infezione.
Studio: Neuropathic symptoms with SARS-CoV-2 vaccination.
Informazioni sullo studio
Nell'attuale studio osservazionale, i ricercatori hanno valutato clinicamente pazienti con parestesie di nuova insorgenza indipendentemente da sintomi autonomici connessi alla vaccinazione anti-COVID19. Da gennaio a settembre 2021, sono stati valutati 23 pazienti con sintomi polineuropatici di nuova insorgenza entro un mese dalla vaccinazione contro il SARS-CoV-2. Per raccogliere i dati, sono state riassunte le cartelle cliniche dei pazienti.
Sono stati esclusi soggetti con sintomi neurologici ricorrenti o con complicanze non neurologiche e quelli a rischio di sviluppare disautonomia e neuropatia.
Quelli con sintomi autonomici sono stati sottoposti a test standard del sistema nervoso autonomo (SNA). È stata valutata la variabilità della frequenza cardiaca dopo sei-otto respiri lenti e profondi per ciclo respiratorio. Sono stati seguiti tilt test per 10 minuti dopo 20 minuti di riposo in posizione supina. La sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS) è stata definita come un aumento prolungato uguale o superiore a 30 battiti al minuto dal basale a 10 minuti dopo il passaggio in posizione eretta senza ipotensione ortostatica. Per valutare la neuropatia delle piccole fibre (NPF) sono state prelevate due biopsie cutanee dalla gamba.
Risultati
L'età mediana dei 23 soggetti era di 40 anni e la maggior parte erano donne (21). Nessuno dei pazienti presentava precedenti malattie neurologiche. Cinque pazienti hanno riferito tachicardia, arrossamento cutaneo e aumento della pressione arteriosa dopo la somministrazione del vaccino anti-COVID19, effetti che sono durati 30 minuti o meno e si sono risolti completamente. Tutti i pazienti hanno mostrato sintomi neurologici entro 21 giorni dalla vaccinazione anti-COVID19. I soggetti sono stati vaccinati con i vaccini BNT162b2 di Pfizer, mRNA-1273 di Moderna, ChAdOx1 di AstraZeneca o JNJ-78436735 di Janssen. Quattordici pazienti hanno presentato sintomi neurologici dopo la prima dose, mentre nove li hanno sviluppati dopo aver ricevuto la seconda.
IMMAGINE : Deposito del complemento nella pelle in neuropatia post-vaccino anti-COVID19: l'immunocolorazione è stata eseguita per C4d (verde), marcatore delle cellule endoteliali, Cd31 (rosso) e catena pesante dei neurofilamenti, NFH (bianco). Il DAPI è stato usato per colorare i nuclei. (A e B) I tessuti di controllo mostrano una minima colorazione di C4d. CD31 identifica le cellule endoteliali nei vasi sanguigni. (C e D) Il deposito di C4d è presente nel rivestimento endoteliale dei vasi sanguigni. Scala: A e C 100 μm, B e D 50 μm.
Tutti i soggetti hanno lamentato parestesia da moderata a grave e sensazione di bruciore agli arti superiori o inferiori. Il 60% circa dei partecipanti ha sviluppato sintomi autonomici, tra cui nuova insorgenza di fenomeno di Raynaud, tachicardia episodica e intolleranza al calore. Nei 12 pazienti sottoposti a test del SNA, sono stati riscontrati risultati anomali in 11 casi e sei hanno soddisfatto i criteri per la diagnosi di POTS. Sette soggetti hanno presentato una riduzione lunghezza-dipendente della produzione del sudore, una caratteristica tipica della NPF. La risonanza magnetica (RM) del cervello o della colonna vertebrale, disponibile per 16 pazienti, non ha mostrato anomalie significative.
Dei 16 pazienti sottoposti a biopsie cutanei, cinque hanno mostrato una densità delle fibre nervose inferiore alla soglia, due una densità borderline nella parte distale della gamba e tre rigonfiamento assonale nelle fibre; tutti hanno mostrato velocità di conduzione nervosa che hanno confermato la neuropatia assonale delle piccole fibre. Inoltre, è stato osservato deposito di C4d sulle cellule endoteliali in cinque pazienti rispetto a nove controlli abbinati per età. Dodici pazienti sono stati trattati con corticosteroidi orali; sette hanno ricevuto una dose standard di prednisone per una settimana con una successiva riduzione del 20% della dose iniziale
e hanno mostrato un miglioramento significativo dei sintomi neurologici dopo due settimane.
Tre pazienti che mostravano sintomi persistenti di disautonomia e NPF dopo cinque-nove mesi sono stati trattati con immunoglobulina endovenosa (IVIg). Il trattamento con IVIg è stato significativo in quanto i sintomi sono migliorati in due settimane e si sono risolti completamente in uno dei pazienti, restando minimi negli altri due. Tra i pazienti che non hanno ricevuto immunoterapie, la guarigione parziale è stata evidente in sette pazienti, completa in un solo partecipante (entro 12 settimane dalla comparsa dei sintomi), mentre tre non hanno mostrato alcun miglioramento.
Conclusioni
Gli autori hanno osservato che tutti i pazienti avevano presentato sintomi neuropatici entro tre settimane dalla vaccinazione. Il vizio di selezione limita, però, questo riscontro vista la natura osservazionale dello studio e la mancanza di un gruppo di controllo impedisce l'attribuzione di un ruolo causale nonostante l'associazione temporale tra vaccini e sintomi.
È importante notare che la presenza di bande oligoclonali in due dei cinque liquidi cerebrospinali dei pazienti testati, il deposito di immunocomplessi (C4d) e la risposta all'immunoterapia suggeriscono una possibile associazione con il sistema immunitario. Anche se alcuni pazienti hanno risposto positivamente al trattamento con corticosteroidi o IVIg, il loro uso deve essere monitorato attentamente o valutato nel contesto di sperimentazioni cliniche. Sono necessarie ulteriori ricerche, comunque, per determinare se il vaccino per SARS-CoV-2 causi neuropatie.
*Avvertenza importante
medRxiv pubblica relazioni scientifiche preliminari che non sono state sottoposte a revisione tra pari per cui non devono essere considerate conclusive, guidare prassi cliniche/comportamenti relativi alla salute o essere trattate come informazioni consolidate.
Riferimenti bibliografici:
Neuropathic symptoms with SARS-CoV-2 vaccination, Farinaz Safavi, Lindsey Gustafson, Brian Walitt, Tanya Lehky, Sara Dehbashi, Amanda Wiebold, Yair Mina, Susan Shin, Baohan Pan, Michael Polydefkis, Anne Louise Oaklander, Avindra Nath.
medRxiv 2022, DOI: https://doi.org/10.1 101/2022.05.16.22274439,
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.05.16.22274439v1